Vedere un mondo in un granello di sabbia,
E un cielo in un fiore selvatico,
tenere l’infinito nel palmo di una mano,
E l’eternità in un ora
William Blake (1757-1827)
Vedere un mondo in un granello di sabbia,
E un cielo in un fiore selvatico,
tenere l’infinito nel palmo di una mano,
E l’eternità in un ora
William Blake (1757-1827)
This entry was posted on giovedì, 6 dicembre 2007 at pm and is filed under Arte, Poesia. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
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Di Blake ho letto poco e i ricordi risalgono al tempo del liceo. Ottimo suggerimento per le letture delle vacanza natalizie.
I pensieri e le poesie di Blake sono estremi e visionari e,per questo, autenticamente importanti.
Luisa
anche per me è stato un memorabile incontro ai tempi del liceo. Un’opera visionaria e fantastica, ma al tempo stesso semplice e cristallina.
Autore che ha legato l’arte e la letteratura in un modo singolare e provocatorio.
Michele
William Blake appartiene a quel gruppo di poeti, autori di liriche suggestive ed evocative. Le sue incisioni, così come le poesie, sono visionarie e potenti.
Ho riportato solo alcuni versi, perchè, credo non vi sia null’altro da aggiungere ad una rappresentazione così immediata dell’assoluto e del desiderio di infinito.
conoscevo i versi, ma non ricordavo affatto a chi appartenessero.
Grandiosi ganci per portarci verso gli autori, queste belle citazioni.
..questo è il mio più grande desiderio…
questo il mio viaggio…
[…] nei versi di William Blake, riemerge quel tormentato rapporto dell’uomo con l’infinito, indomabile, affascinante […]
mi potete spiegare l’infinito presente in songs of innocence and experience di Blake
Come nel paradosso di Zenone su Achille che non riesce a superare la tartaruga: è evidente che esisterà sempre un tempuscolo, piccolo a piacere, in cui Achille sta percorrendo lo spazio che lo separa dalla tartaruga, ma questa nel frattempo è andata avanti, anche se di pochissimo. Si gioca sull’ingrandimento del particolare.
mi potete spiegare l’infinito presente in songs of innocence and experience di Blake